La skyline di Cortina, definito dalla corona delle vette dolomitiche considerate a ragione tra le più belle al mondo, si caratterizza fortemente anche per la presenza svettante del campanile in marmo bianco della chiesa parrocchiale dedicata ai Santi Filippo e Giacomo. Il complesso monumentale della chiesa spicca da qualsiasi angolo di prospettiva della conca ampezzana e si offre come punto di riferimento nel percorso verso il centro della città. Quando si giunge nei pressi dei due edifici la sensazione che si prova è di maestosità e solidità non meno intensa di quella che danno le cime dolomitiche intorno. La chiesa venne eretta (1769-177) su progetto dell’architetto Promperg Costa che intervenne nel sito delle due precedenti costruzioni risalenti al ‘500 e in origine al ‘200. Il restauro più recente è avvenuto tra il 2007 e il 2009 a cura dell’architetto Gianluca Ghedini, Nel gennaio del 2011, con sigillo del pontefice Benedetto XVI, la chiesa parrocchiale è stata onorata del titolo di Basilica minore. Quando sarete di fronte al portale d’ingresso, osservate, nelle due nicchie laterali, le statue dei santi Filippo e Giacomo, che furono apostoli in questa zona e sono i patroni della città, poi, entrando in basilica si possono osservare subito le raffigurazioni del loro martirio: quello di san Giacomo nel primo riquadro del soffitto della navata centrale, vicino alla porta, quello di san Filippo nella terza campata. Queste due pitture sono opera dell’artista Franz Anton Zeiler (1716-1793) come tutta la decorazione della navata realizzata tra il 1774 e 1775 e le 14 stazioni della Via Crucis. Lo stesso Zeiler aveva dipinto le pale di due altari laterali, ma oggi sono collocate nella chiesa della Difesa (che in seguito visiteremo).La navata centrale unica, con nicchie laterali poco profonde, ci dà la sensazione di uno spazio dilatato e lo sguardo è indirizzato verso l’altare maggiore dove campeggia la pala realizzata nel 1679 da Giuseppe Zanchi(1631-1722) il quale vi raffigurò la Madonna con i santi Filippo e Giacomo. L’artefice dell’altare maggiore, in legno decorato a stucco lustro, con le statue dei santi Pietro e Paolo, fu Johann Mussack jr nel 1773. Alzando lo sguardo sopra l’altare, si nota nella cornice ( cimasa) il bassorilievo della Immacolata opera di P.Hopfner nel1773, artefice anche del crocefisso processionale e dei due confessionali ai lati dell’ingresso principale. Tra gli altari che si susseguono lungo la navata, la nostra attenzione è catturata, nella nicchia centrale sul lato sinistro, dall’altare della Madonna del Rosario.Capolavoro dell’intagliatore e scultore bellunese Andrea Brustolon(1662 1732), nella chiesa precedente era nell’ altare maggiore. La statua, di scuola brissinese, raffigura la Vergine che regge il rosario nella mano destra e cinge con la sinistra il Bambino Gesù anch’Egli in abito bianco. Il colore delle vesti evoca subito in noi il candore delle nevi dolomitiche. Mentre li osserviamo, ci pare di guardare una giovane della valle ampezzana con il suo bambino vestiti a festa, adorni di corona e qualche prezioso. Il Bambino è rivolto verso di noi, non più neonato, quasi già grandicello. L’altare, è meta di devozione popolare e ospita ex voto per grazia ricevuta.
[Prima parte]
di Laura Vestrucci