di Laura Vestrucci
Potrà sembrare strano che dalle pagine patinate della vita mondana di Cortina si possa uscire per entrare, in pochi minuti, nelle pagine ruvide di memoria nazionale e palpitanti di dolorosi ricordi. Eppure accade, quando si sale da Cortina verso il passo Falzarego e si ha come meta non solo geografica, bensì anche culturale, il percorso tracciato dai segni della Grande Guerra. E molti lo fanno questo percorso, soprattutto in estate, quando è agevole inoltrarsi sui sentieri dove le tracce sono conservate a memoria dei posteri.
La prima tappa di questo percorso ci porta a Pocol, frazione che si incontra dopo pochi minuti di auto lasciata Cortina in direzione, appunto, del passo Falzarego.Sui primi tornanti ci sono postazioni di veduta panoramica sulla conca ampezzana che non si possono perdere. Qui godiamo dall’alto di tutta la città, possiamo rintracciarne i luoghi noti che poco prima abbiamo frequentato e in questo ci aiuta la svettante mole del campanile della chiesa parrocchiale .Impossibile non fermarsi per realizzare più di uno scatto o girare un breve video.
Quando raggiungiamo il Sacrario militare di Pocol siamo a 1535 metri s.l.m. Il sacrario monumentale, imponente, si erge oltre il bosco, quasi a paragonarsi con le cime ardite che gli fanno da sfondo. Il progetto fu realizzato nel 1935 dall’Ingegnere Giovanni Raimondi che disegnò una torre quadrata, alta 48 m, con appoggio su un fondamento a due piani. In accesso nella zona monumentale due busti in pietra raffigurano gli “alpini di guardia” e sono originari del monumento al Generale Cantore a Cortina d’Ampezzo. Nella piazza posteriore, la fontana con il leone di S. Marco e lì vicino la chiesa edificata nel 1916 dagli alpini del 5° Gruppo.
Una gradinata introduce al sacrario con le 14 stazioni bronzee della Via Crucis. Il Sacrario ospita anche un ossario composto dai resti di più di nove mila militi italiani del Cadore e dell’Ampezzano dei quali più di quattro mila sono rimasti ignoti. Sono presenti i resti anche di 37 caduti austro ungarici. La visita consente di spostarsi nei piani dove si possono leggere i nomi di numerosi caduti sia di alto grado, sia di semplici militi. Vi fermerete, di certo, di fronte al sarcofago di pietra che raffigura il fante morto, e non potrete sottrarvi all’ atmosfera pregna di sacralità che trasuda da queste pareti.
Quando si esce dal Sacrario si riprende la via verso il passo Falzarego e qui la sorpresa è che anche con gli sci ai piedi si può avvicinarsi alla storia. E’ stato approntato, infatti, il Giro sciistico della Grande Guerra che consente di vivere la duplice emozione dei paesaggi magnifici e delle tappe della memoria storica. Sullo sfondo delle Tofane, delle 5Torri, del monte Civetta, del Lagazuoi, delle Conturines potrete vedere le postazioni con gallerie e feritoie costruite dai giovani soldati per fare resistenza al nemico e per sopravvivere nelle lunghe stagioni della guerra in condizioni estreme. Questo Giro della Grande Guerra è altrettanto e forse più affascinante in estate quando si può fare escursione guidata e provare, anche se solo per brevi tratti, la fatica di movimento che dovettero affrontare i militari in queste zone, senza parlare poi del pericolo costante di perdere la vita. Si era nel maggio del 1915 allorchè il Regno d’Italia dichiarava guerra all’impero Austro-Ungarico e l’esercito italiano occupava Cortina, che da quattro secoli faceva parte dell’impero asburgico. Le truppe austro-ungariche arretrarono sul Lagazuoi, che divenne teatro di una guerra combattuta ad alta quota.
Le aree museali che costituiscono questo museo all’aperto della Grande Guerra sono: quello delle 5 Torri, quello del Sasso Stria e quello del Forte Tre Sassi.
[Prima parte]